Ne è valsa la pena, un film ottimo, la storia di Pi è variamente interpretabile, un'avventura con un tocco importante di spiritualità, una metafora della vita su Dio, il racconto di un folle. Io credo alla versione di Piscine Molitor Patel. Pi è figlio del gestore di un zoo a Pondicherry, nell'India francese, ha un fratello, una madre, una famiglia normale. Per ragioni economiche e di opportunità di lavoro il padre prende la drastica decisione di vendere gli animali e di trasferirsi nel Canada francese. Durante il viaggio una tempesta di immense proporzioni faranno naufragare la nave. Pi si ritrova nella scialuppa con Richard Parker, una meravigliosa e temuta tigre del bengala. La vera avventura comincia adesso, una ragazzo solo con un carnivoro di più di 300 chili, una sfida per la sopravvivenza che metterà in dubbio i suoi principi morali e non solo.
Ang Lee con coraggio insolito per un autore già affermato, con questo film si è rimboccato le maniche e con umiltà ha affrontato un progetto a suo modo mastodontico: riprese in mare, numerosi animali, grandi spazi, alto budget, ma non ha sfigurato, anzi, il risultato è ottimo, il 3d per una volta è fondamentale usato in tutte le sue potenzialità e per un film di poco più di due ore è anche sopportabile senza difficoltà. Il tema principale è rappresentato con maestria: le religioni monoteiste, cristianesimo e Islam, e l'induismo si uniscono in una sola e possono convivere insieme, secondo Pi.
Provando una seconda lettura più profonda Pi deve superare i suoi principi morali per poter vivere ancora, esemplare è in questo proposito l'episodio dell'uccisione del pesce che lo vede costretto a mangiare la carne di fronte ad una fame atavica e soprattutto ad uccidere, lui così amante degli animali e vegetariano, poi la estesa scena sull'isola - oasi, dove l'apparenza cela una tremenda verità da scoprire.
In conclusione un film pieno di emozioni dove l'uomo e la natura si alleano per sopravvivere contro le avversità immersi in una natura da sogno.
Voto: 8.5
Giorgio Barison
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